Monday, May 21, 2007

IL DISSENSO DELL'OPINIONE PUBBLICA



Durante il processo di primo grado a carico di Bruno Contrada, l'opinione pubblica non fece sentire il suo peso, come in altre occasioni aveva fatto e come avrebbe fatto anche in futuro. Colpa di una sindrome da "capro espiatorio", che aveva contagiato a molti la falsa sicurezza che "lo Stato stava facendo finalmente il suo dovere", e la falsa convinzione che "per arrestare e processare Contrada, qualcosa deve per forza essere vero". Colpa, soprattutto, di una disinformazione che, a prescindere dal dolo o meno dei responsabili, non può che essere giudicata colpevole dal Tribunale della Storia.
Man mano che il calvario giudiziario dell'ex-capo della Squadra Mobile e della Criminalpol di Palermo andava avanti, l'opinione pubblica ha cominciato a vedere, e a capire, cosa stava davvero succedendo. Di goccia in goccia, il cosiddetto "uomo della strada", il cittadino, persone sconosciute, anonimi Carneadi, i tanti signori Rossi, andavano formando un oceano di consapevolezza e di attenzione riguardo una delle pagine più tristi della giustizia italiana.
Proprio in prossimità del funesto epilogo di questa assurda vicenda giudiziaria, ossia la sentenza con la quale, il 10 maggio 2007, la Corte di Cassazione conferma la sentenza conclusiva del secondo processo d'appello che condannava Bruno Contrada a 10 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, l'opinione pubblica si può considerare in gran parte mobilitata. Giornali e telegiornali, tranne pochissimi esempi, continuano a mantenere un certo distacco, molto probabilmente non vergine da servo encomio, e dedicano al caso Contrada pochi minuti soltanto in occasione della sentenza di Cassazione: pochissimi parleranno della sua intenzione di presentarsi spontaneamente per essere condotto al carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, vicino alla sua Napoli, cosa che Contrada farà. Pagherà di tasca sua il biglietto d'aereo per volare a Napoli e aprirà, da sè e senza reticenze di alcun genere, le porte del suo Spielberg personale. Nessuno sottolinea questo gesto di enorme coraggio, dignità e civiltà che pochissimi avrebbero e hanno compiuto dai tempi di Attilio Regolo. Come spesso è accaduto, fin dall'inizio di questa tragica, grottesca vicenda, l'informazione, salvo sparare a nove colonne le accuse e le fioriture di nuovi improbabili 'pentiti', tace o parla con voce sommessa.
Ma su Internet vengono immediatamente creati diversi siti dedicati a Bruno Contrada e che vanno ad aggiungersi a quelli già attivi prima della condanna definitiva. Se alcuni di questi siti preesistenti, però, avevano pubblicato delle castronerie senza fondamento, come documentiamo nel capitolo intitolato "19 semplici domande sul processo Contrada", fortunatamente vi sono anche altri siti in cui si cerca di far luce sulla verità. Si apre anche una petizione on line per "la piena riabilitazione di Bruno Contrada": le firme fioccano. In un altro sito, www.brunocontrada.info, viene sùbito aperta una pagina per poter "firmare il proprio dissenso" dalla sentenza definitiva di condanna per Bruno Contrada. Tra questi messaggi (circa 400 soltanto negli undici giorni successivi alla sentenza), tutti commoventi per la carica di sincerità, di umanità e di profonda solidarietà manifestata a Contrada, ne ho scelto alcuni che, per motivi ben precisi, ritengo particolarmente significativi. Lo sono tutti, intendiamoci, ma alcuni di questi messaggi servono a chiarire un concetto fondamentale: a distanza di anni dal momento in cui lasciò la Polizia (per passare prima al SISDE e poi alle patrie galere...), il dottor Bruno Contrada, nell'àmbito delle forze dell'ordine e non soltanto, è ancora un mito. E' per questo motivo che i messaggi non sono citati in ordine strettamente cronologico: ho inteso mettere in risalto anzitutto le parole scritte dai colleghi di Bruno Contrada, sia da coloro lo hanno conosciuto che da coloro che sono entrati in Polizia dopo l'ingresso nel labirinto giudiziario in cui Contrada, novello Teseo, è stato imprigionato. Non è una questione di priorità. Tutte le voci di solidarietà sono importanti in momenti tristi. Ma, se le parole di affetto della gente comune indicano come il "caso Contrada" abbia in realtà colpito parte dell'opinione pubblica nonostante un'informazione giornalistica lacunosa ed insufficiente, le parole di persone che vestono la stessa divisa di Contrada si aggiungono a quelle dei colleghi e superiori che in aula hanno difeso l'imputato (per poi non essere creduti fino in fondo...).

1.

Paolo S. da Roma
scritto il 17 maggio 2007 alle 15,02.

"Non so quanto possa servire, ma ho un ricordo molto vivo nella mia mente: circa dieci anni fa, ad una manifestazione pubblica, il dottore Contrada, già inquisito e sospeso, passò davanti ad un reparto della Polizia di Stato schierata per vigilanza. Ebbene, questo reparto scattò sull'attenti in segno di omaggio all'uomo ed al poliziotto. Questo mi diede il senso dell'onestà dell'uomo e dell'altissima considerazione in cui le Forze di Polizia lo tenevano e lo tengono in considerazione.
Vedere la dignità con cui un uomo di oltre 75 anni va in carcere ad espiare una colpa che non gli appartiene mi ha fatto comprendere la straordinarietà del dottore Contrada. Dottore, forza! L'Italia pulita, quella di cui Lei ed io e tanti altri facciamo parte, è con Lei. Auguri, Paolo S. da Roma."

2.

Salvatore
scritto il 15 maggio 2007 alle 16,37.

"Lei sicuramente non si ricorderà di me, le sono stato vicino in una sola occasione e per pochi minuti, tanti da permettermi di capire che è una persona nobile di cuore e di animo. Come professionista non ho avuto, ahimè, la fortuna di conoscerla, visto che anch'io come Lei sono un rappresentante delle Forze Armate, ma, per quanto riferitomi dai colleghi anziani, quella persona così nobile che è Lei è stato un grande poliziotto. Per molti di noi Lei è ancora un, anzi 'il' Capo, come la definì un mio collega Maresciallo. Sono costernato, dispiaciuto, e non aggiungo altro, per quanto le è accaduto, molti dicono che la Polizia non è più la stessa, anzi molti ex-colleghi congedati dicono che per questi motivi e molti altri, la Polizia è finita, e la giustizia con essa, ma io che ho solo 11 anni di servizio, rammaricato, sconfitto dentro, vorrei non crederlo... Le faccio ancora i miei più sentiti Auguri, caro COLLEGA!!!"

3.

Gianluca Colonna
scritto il 13 maggio 2007 alle 22,41.

"La Sua Rettitudine Morale e Professionale vola infinitamente più in alto della malvagità e della disonestà di chi la accusa ingiustamente per chissà quale tornaconto...
Sempre più spesso oggigiorno si avverte lo scollamento tra GIUSTIZIA e legge!
Auguro a Lei, ed a Tutte Noi Persone ONESTE, di non perdere mai, nonostante tutto e tutti, la forza, il coraggio, la fiducia in un Mondo un po' più pulito...!
Ricordiamo Tutti che a parlare di un Uomo sono le Sue Azioni e Lei ha sempre dimostrato con i Fatti la Sua Onestà!
Speranzoso che Lei riesca, anche dinanzi alla legge degli uomini, a dimostrare la Sua innocenza, Le auguro un po' di serenità...
Da parte di un Collega..."

4.

Francesco

scritto il 19 maggio 2007 alle 16,57.

"
Le auguro lunga vita, affinchè possa ottenere ciò che veramente merita... GIUSTIZIA! Un abbraccio da parte di un collega (rispetto a Lei molto giovane)."

5.

Nicola Gisondi
scritto il 7 giugno 2007 alle 21,41

"Dal 1959 ti ho conosciuto al corso e sempre ti sono stato vicino. Quasi 50 anni penso che bastino ad un Poliziotto per sapere che un amico, fratello, collega sia un galantuomo che ha speso la vita per migliorare la società, ed ora che vieni ripagato con il carcere sono orgoglioso di esserti amico e fratello.
Sii sempre FORTE come lo sei stato sino ad ora."


6.

Maurizio Pinto
scritto il 7 giugno 2007 alle 20,56

"PROPOSTA:

Come già successo con il nostro amico Ivan Liggi, uniamoci tutti e chiediamo a gran voce al Presidente della Repubblica la grazia per il nostro Commissario. Sono certo che inviando fax ed e-mail a S.E. Napolitano ed al Ministro Mastella, costoro non resteranno insensibili e lasceranno vivere in pace questi giorni che legano il Commissario CONTRADA alla vera Giustizia.
IL NOSTRO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E' UNA PERSONA GIUSTA E NON RIFIUTERA' TALE ULTIMO E DOVUTO ATTO.

Una "guardia"."

7.

Luigi Guastella
scritto il 18 maggio 2007 alle 11,18.

"
Cosa dire che già non sia stato ripetuto tante e tante e tante volte... Caro Dottore Contrada, la sua unica colpa è sempre stata quella di servire onestamente e dignitosamente lo Stato, quello stesso Stato che oggi non ha il coraggio di affermare che Uomini come Lei sono stati catapultati in quell'ignobile gioco dei "pentiti". Stritolato dalle maglie della nostra controversa (in)giustizia. Gli appartenenti alle forze dell'ordine, pur continuando quotidianamente ad indossare con onore e dignità la loro divisa, pur continuando a servire questo (ingrato) Stato, sono profondamente feriti nel loro spirito per colpa di alcuni schieramenti politici che sempre di più garantiscono l'impunità a pericolosi delinquenti emanando leggi sempre più garantiste e nel contempo svilendo il duro e costante lavoro di chi combatte ogni giorno a caro prezzo una criminalità sempre più agguerrita. Caro Dottore Contrada, la sua condanna definitiva è per molti di noi una profonda ferita. Sia forte nel fisico e nello spirito, continui a camminare fiero nel suo sguardo con la consapevolezza che la sua coscienza lo ha assolto sin dal primo giorno del suo arresto. Giorni duri l'attendono, sarà solo dentro una piccola cella, ma fuori ci sarà sempre l'affetto della sua famiglia e di tanti Poliziotti e Carabinieri Onesti che continueranno senza sosta la battaglia contro il crimine e l'illegalità. Forza Bruno, non mollare. Affettuosamente e con immensa stima. Luigi Guastella."

Alle parole di stima e di affetto di tanti colleghi, anche di coloro che non lo hanno conosciuto personalmente ma ne hanno sentito parlare, si aggiungono le parole altrettanto forti ed autorevoli di esponenti del mondo politico:

8.

Gustavo Selva, senatore di Alleanza Nazionale, già presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, l'11 gennaio 2008, mentre Contrada è già in carcere dopo la condanna definitiva, rivolge un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perchè consideri la possibilità di concedere la grazia a Bruno Contrada:

"Il grave stato di salute fisica, di depressione psicologica, l'occhio destro quasi accecato da un ictus, la deambulazione molto difficile, sono i dati di fatto che impongono a me, come uomo e come parlamentare, di dare anche il più modesto contributo perché la vita del dottor Contrada non si concluda in una dura carcerazione. Mi appello a lei, signor presidente della Repubblica, perché voglia interrogare la sua coscienza, con rispetto delle norme, al fine di esercitare il potere che la nostra Costituzione le attribuisce.
Il dottor Contrada è un funzionario che ha servito lo Stato e che, anche nella denegata ipotesi di colpevolezza o nella circostanza, non impossibile, di un errore giudiziario, si trova ristretto in carcere per tempi già più lunghi e con modalità più dure rispetto a quanto è stato pagato da certi brigatisti che hanno ucciso carabinieri, componenti della Polizia di Stato, della Polizia Carceraria, e, nei tempi delle Brigate Rosse, servitori dello Stato, coraggiosi al pari di quelli che continuano a lottare contro la mafia e contro il terrorismo, con pericoli per la loro stessa vita, come è stato per il dottor Contrada".
Selva ricorda di aver incontrato Contrada pochi giorni prima, il 3 gennaio 2008, occasione nella quale il funzionario di Polizia gli ha spiegato di "non aver mai autorizzato nessuno e tanto meno il suo avvocato difensore, avvocato Giuseppe Lipera a presentare al Quirinale la domanda di grazia. Del resto è noto a chi come Contrada non è certo digiuno di diritto penale, che l'eventuale domanda di grazia va presentata al magistrato di sorveglianza che la inoltra al ministero della Giustizia".
"Con ancora più decisa determinazione" - riprende Selva - "il dottor Contrada mi ha detto che mai in nessuna forma presenterà la domanda di grazia, che può esercitare il presidente della Repubblica, sentendosi egli 'in scienza e coscienza, innocente dalle colpe che hanno portato alla sentenza definitiva di condanna emessa dalla Suprema Corte di Cassazione'. Il dottor Contrada ha insistito sull'alto numero, 142, delle testimonianze a suo favore, fra le quali quelle di quattro capi della Polizia, di capi del SISDE e del SISMI, di Prefetti, di Questori, di amministratori locali, che contrastano con le testimonianze a carico, espresse da dieci 'collaboratori di giustizia' pubblicizzati dai media come 'pentiti'. Nel 1995 avevo già conosciuto il dottor Contrada, quando io, come presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, lo visitai in un carcere di Palermo. Contrada era allora unico detenuto in una struttura in via di smantellamento: oggi come allora si è rafforzata la mia personale convinzione di trovarmi di fronte a un servitore dello Stato, che ha combattuto, anche a rischio della propria vita, contro la mafia.
Lei, signor presidente, che ha avuto la responsabilità di ministro dell'Interno nel primo governo Prodi, sa meglio di me che nelle difficilissime indagini per catturare i mafiosi le forze di polizia non escludono certamente i contatti con ambienti mafiosi; operazioni che, isolate dal contesto generale, possono apparire metodi di 'concorso esterno in associazione mafiosa'; un reato, certo, da non sottovalutare, ma che, per la sua genericità, difficilmente può essere determinante per un giudizio di colpevolezza. Ho letto e riletto con attenzione il capo V della sentenza definitiva che contiene le 'considerazioni conclusive e statuizioni relative alla pena'. Tali considerazioni determinano in me la convinzione che si tratta soprattutto di un impasto ben congegnato, basato quasi esclusivamente su testimonianze di pentiti, in modo che i contatti con Cosa Nostra siano da considerare come 'agevolazioni alla latitanza dei mafiosi', 'depotenziamento all'interno dello Stato della efficacia della sua azione di contrasto e sodalizio mafioso', come 'prezioso e difficilmente sostituibile contributo all'organizzazione di Cosa Nostra".

9.

Anche Francesco Cossiga, presidente emerito della Repubblica, come ricordiamo nel capitolo di questo libro dedicato alle "Frasi celebri", interviene in favore di Bruno Contrada. In una lettera indirizzata all'avvocato Giuseppe Lipera, nominato difensore di Contrada il 17 dicembre 2007, l'ex-ministro, ex-capo del Governo ed ex-capo dello Stato dichiara con decisione:

"Conservo il miglior ricordo di Contrada. Le sarò grato, avvocato, se vorrà far pervenire al dottore Contrada i miei immutati sentimenti di amicizia e solidarietà".


Il florilegio di voci in difesa di Bruno Contrada non si ferma. Sembra una valanga inarrestabile e, anche se a volte non trova nel circo mediatico la stessa risonanza di alcune dichiarazioni di senso contrario (quali quelle di Rita Borsellino), riesce a dimostrare quanto meno che quella stessa Italia rimasta un po' torpida di fronte al processo di primo grado, adesso è spaccata a metà. Non si tratta della solita manfrina tra innocentisti e colpevolisti sull'ennesimo delitto che la stampa ed il grande schermo portano dentro le case degli italiani, tra un piatto di pastasciutta e un bicchiere di vino. Si tratta di quella che molti, ormai, anche le voci che si autoproclamano "indecise", vivono e considerano come una battaglia di civiltà giuridica e sociale. Moltissimi sono convinti dell'innocenza di Bruno Contrada, ma anche chi non esprime giudizi di merito su questo punto non può fare a meno di invocare un gesto di umanità nei confronti di una persona anziana che, viste le sue condizioni di salute dopo l'inizio della detenzione susseguente alla condanna definitiva, è stata praticamente condannata a morire in carcere.


10.

Dimitri Buffa
scritto il 18 maggio 2007 alle 13,56.

"Io sono costernato, arrabbiato e disilluso e mi vergogno dei miei colleghi giornalisti che non si sono occupati con onestà intellettuale di Contrada e che invece hanno mangiato solo dal piatto dei PM e dei pentiti. Io potrei tirarmi fuori dicendo che su 'L'Opinione' e altrove a favore di Contrada il mio dovere di cronista l'ho fatto, ma non mi basta e aderisco a questa iniziativa di giustizia e verità."

11.

Alessandra
scritto il 16 maggio 2007 alle 13,21.

"Giorno dopo giorno ho un grande dolore... Quello di non potere fare proprio nulla per il dottor Bruno Contrada, grande poliziotto, grande uomo e gran signore. Sono commossa dalle parole del figlio Guido e le lacrime che scendono sul mio viso mi fanno capire che bisogna fare qualcosa per finire una volta per tutte questa tragedia. Vicina al N° 1 con grande stima e affetto. Alessandra."

12.

Giuliana
scritto il 22 maggio 2007 alle 19,06.

"
Egregio dottor Contrada,
Non posso sapere cosa sta passando, solo immaginarlo. Ma prego per Lei e per la Sua famiglia.
Sono un’insegnante e guardo alle persone giovani con cui ho a che fare tutti i giorni; e in questo periodo penso spesso a Lei e vorrei dire loro, chiedere loro di migliorare l’Italia, di cambiarla, e di non dimenticare le ingiustizie nella storia, mai.
Nel nome di questi giovani, e di buoni ce ne sono tanti, Le chiedo di rimanere se stesso, di non perdere di vista la Sua stessa storia SCRITTA: la storia della Sua integrità e dignità nel servire la Vera Giustizia, della Sua intelligenza e del Suo ingegno nell’aver perseguito e perseguire chi uccide il valore della Vita Umana con crimini e violenza; di non fare il gioco sporco di chi vorrebbe ucciderLa moralmente.
Un domani Lei entrerà nei libri di storia e sarà nel cuore e nella mente di tante persone rette, oneste e buone. Come retto, onesto, buono ed eroe è sempre stato Lei.

Distinti saluti."

13.

Pietro da Perugia
scritto il 20 giugno 2007 alle 12,40

"
Non ti conosco, amico, ma il tuo volto, l'espressione dei tuoi occhi sono un libro aperto dove si legge ogni cosa di te: dignità, correttezza, forza, professionalità, sensibilità, fierezza, profonda cultura e l'umiltà dei Grandi. A te, che ancora oggi parli di rispetto e fedeltà, del senso dell'ONORE e dello STATO, a te, credimi, affiderei l'Italia."

14.

Fausto
scritto il 18 maggio 2007 alle 13,31.

"Caro dottor Contrada, sono convinto della Sua innocenza. Lei sta pagando, a mio parere, la vendetta di alcuni pentiti e la mancanza di una vera classe politica che ormai non sa più capire e distinguere chi è al servizio dello Stato da chi invece si serve dello Stato.
Tenga duro, mi mancherà vederla alla SMA di Via Leonardo da Vinci mentre fa la Sua spesa.
Un abbraccio affettuoso.
Fausto."

15.

Guido Allegri
scritto il 15 maggio 2007 alle 14,18.

"All'Uomo Bruno Contrada, a Sua Moglie, ai Suoi figli dico:
RESISTETE alla vergogna ed al muro di gomma della ingiustizia.
All'Ufficiale di Polizia Bruno Contrada: reagisca sempre a testa alta, credo che molti, moltissimi italiani siano con Lei, grande uomo, grande ufficiale di Polizia."

16.

Marcello
scritto il 15 maggio 2007 alle 18,34.

"Ho già mandato una e-mail qualche giorno fa. Mi rendo conto sempre di più che i veri responsabili di quanto è successo al dottor Contrada sono stati i mass media, che hanno speculato sulla sua pelle per far notizia. D'altronde, chi stava dietro di loro aveva tutto l'interesse a divulgare notizie false e tendenziose perchè asserviti ai poteri forti, alle cattedrali del potere. Mi sento di dire all'uomo Contrada che la sua forza d'animo l'ha dimostrata nel corso di questi anni e che la sua perfetta buona fede verrà comunque a galla, nonostante il trascorrere del tempo. Un abbraccio, amico mio, sono con te."

17.

Massimo Siano
scritto il 21 maggio 2007 alle 23,58.

"Questa giustizia in Italia rapisce le persone più di Cosa Nostra e della camorra. Finchè non ci sarà il rispetto del diritto e delle leggi scritte anzichè il procedimento per teoremi, il potere mafioso continuerà ad essere forte così come specularmente quello politico e di propaganda dei mafiosi dell'antimafia."

18.

Cassandra
scritto il 15 maggio 2007 alle 15,04.

"Ai giudici di Bruno Contrada... ma le hanno davvero lette 'le carte', da cui si evince che le accuse sono un cumulo di menzogne ?
Cosa sono, che sono questi giudici? Conigli impauriti, servitori dei corvi, esecutori di ordini, politicanti che stanno lì a far la loro 'GIUSTIZIA' e la loro 'STORIA'. La risposta è semplice: sono stati ora l’uno ora l’altro, a seconda dei vari gradi del processo.
Ma che bravi questi giudici, ci sono riusciti, si sono creati un bel posto nella storia, ma non come uomini ma come lumache che lasciano una scia bavosa al loro passaggio e che tutti, calpestandola, cercano di far sparire perché schifosa a vedersi!"

19.

Paola
scritto il 21 maggio 2007 alle 11,33.

"Dottor Contrada,
quella sentenza NON è stata pronunciata in nome mio.
Ne sono profondamente disgustata e indignata, oltre che atterrita.
Vivo all'estero ormai da oltre 10 anni (uno dei tanti la cui competenza accademica è apprezzata più fuori che dentro i patrii confini). Vorrei essere fiera del mio Paese, ma vicende come la Sua me ne allontanano sempre più.
Ho ammirato in questi anni la Sua dirittura morale, la Sua fiducia nelle Istituzioni. Prego perché la Sua fede nella Verità e la Sua forza morale non vengano meno, malgrado questo calvario."

20.

Michele Fornaro
scritto il 18 maggio 2007 alle 16,25.

"Sono un medico che lavora a Boston ormai. Dell'Italia ho uno strano sentimento di affetto misto a disprezzo. Solo in Italia gli ingiusti possono violentare i giusti."

21.

Francesco C.
scritto il 19 maggio 2007 alle 16,32.

"Carissimo dottore Contrada, la mia stima morale nei suoi confronti è stata sempre presente nel corso di questi anni bui.
Arriverà il giorno in cui qualcuno dovrà rendere conto alla giustizia Divina e questo non è di sicuro lei. Un abbraccio da chi potrebbe essere suo figlio."

22.

Stefano da Roma
scritto il 16 maggio 2007 alle 7,29.

"Ingiustizia e' stata fatta... questa e' l'Italia... patria di pulcinella... paese dei balocchi per balordi vari... che schifo!!!
Un abbraccio all'uomo Bruno Contrada... rispetto per il suo lavoro e per quanto ha dato alle Istituzioni che ha servito con sacrificio e abnegazione!"

23.

Danilo
scritto il 14 maggio 2007 alle 00,21.

"Da un Paese in via di sviluppo non si può pretendere troppo. Il giorno che finiremo di atteggiarci a Paese civile, inizieremo a capire veramente chi siamo. Un Paese dove chi sbaglia non è affatto detto che paghi, a meno che non si tratti di un Poliziotto, anche se a capo di quest'ultimo non vengano rintracciate chiare responsabilità. Se poi chi sbaglia è un magistrato, gli verrà comunque garantito il lavoro e la progressione in carriera. Viva l'Italietta!"

24.

Lino
scritto il 13 maggio 2007 alle 23,43.

"Vedrà che la verità verrà a galla. I nostri giudici, purtroppo, oggi condannano senza prove ma per mere convinzioni venute su chissà come. E' solo in queste situazioni che mi pare di non vivere più in uno Stato di diritto. La saluto con affetto. Firmato: un umile servitore dello Stato."

25.

Federico Marini
scritto il 21 maggio 2007 alle 23,39.

"Come cittadino italiano ritengo che la condanna di Bruno Contrada costituisca una vergogna e pertanto non voglio che tale condanna venga pronunciata anche a mio nome."

26.

Giuliana
scritto l'8 giugno 2007 alle 20,44

"Egregio dottor Contrada,
tante persone Le sono vicine e La pensano, e pregano per Lei e per la Sua famiglia tutti i giorni.
Desidero salutarLa, stringerLe idealmente la mano come la potrei stringere ad un eroe del bene, della patria e della giustizia, con ammirazione, emozione e orgoglio di conoscerLa e di sapere che sono italiana come Lei. Anche se questa Italia non La merita.
Cordialmente
Giuliana"

27.

Vittoria da Roma
scritto l'8 giugno 2007 alle 15,49

"ONORE a BRUNO CONTRADA che, con il suo eroismo, deve assurgere a SIMBOLO della nostra lotta contro un potere illiberale!"


28.

Maria Gisondi
scritto il 7 giugno 2007 alle 21,55

"BRUNO TI VOGLIO BENE E TI STIMO.
CREDO NELLA TUA INNOCENZA
SII FORTE"

29.

Marco Muscarella
scritto il 19 maggio 2007 alle 9,14.

"Io ho due figli. Se un giorno mi chiedessero il perchè la mattina mi reco puntuale al lavoro e non manco mai, un lavoro onesto fatto di sacrifici, invece di fare come tutte quelle persone che spacciano, rubano, ammazzano e la fanno sempre franca, avrei grossi problemi a rispondere. Perchè mi potrebbero dire che le dichiarazioni di un branco di gentaglia valgono alla fine sicuramente di piu di quelle fatte da gente che ha sacrificato la propria vita al servizio dello Stato.

Non è facile, oggi, fare nascere in un giovane l'amore per il proprio Paese. Se i giovani sono sempre considerati il futuro e la speranza che il mondo possa migliorare, queste vicende non ci aiutano di certo.
Nutro, dentro di me, la speranza che almeno i nostri figli capiscano quanto è importante poter camminare a testa alta e con la coscienza pulita, cosa che sicuramente può fare lei. Non so se queste righe possano contribuire a lenire il dolore che in questi anni vi ha accompagnato, ma tante volte ho detto a Davide e Sabrina (i miei figli) come il dottor Contrada era un esempio di come la vita va affrontata.
Con affetto
Marco."

30.

Rosalva Altini
scritto il 18 maggio 2007 alle 22,26.

"Nessuna condanna può far diventare colpevole un innocente. Non ho mai sentito nulla di ragionevole o credibile sulle accuse che hanno rivolto a Bruno Contrada, severo e umano servitore dello Stato, giudicato colpevole dai 'sentito dire', da delinquenti della peggior specie, da opinioni spesso superficiali, 'gesti interpretati' e 'non più controllabili', da antipatie personali, forse nemmeno tanto analizzate . Io non conosco Bruno Contrada e la mia opinione non ha nulla a che fare con simpatie collegate a professione, interessi, familiarità (cose, queste, di tutto rispetto) od altro che si possa prendere come appiglio delegittimante della stessa. Ho visto più volte negli anni il suo modo serio e senza fronzoli nelle azioni, la precisione con cui utilizza le parole per definire una situazione. E’ la stessa che contraddistingue un serio professionista, di qualunque attività si tratti. Per ciò riconoscibile. Per una sottile maniera di essere esatto: rifiuta la parola innocente ('solo i bambini lo sono') per precisare l’essere estraneo alla vicenda, per non aver commesso tali azioni. E' tipico di una persona dalla onestà profondamente radicata nel suo essere. E’ Bruno Contrada un uomo, fra i “veri etici”, di quelli che non sbandierano ovunque un moralismo, da molti altri espresso e non praticato!! Mi ricollega, questo triste fatto di “normale” ingiustizia, a quelli di Socrate, Dreyfus (1894-1906) , Enzo Tortora e molti altri ancora. Non è nella logica che l’accusato dimostri la sua innocenza, ma dovere della giustizia è il dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, la colpevolezza dello stesso. Invece ho sentito le argomentazioni ed ho letto quanto affermato in autodifesa e tralasciato senza commenti dalla accusa. I delinquenti non lavorano per la gloria, per un modesto stipendio, per idealismo, senza altri premi, ma per soldi, quelli che creano un impero economico in troppi settori della società. Dei mafiosi si riesce a rintracciare le proprietà, i prestanome e quant’altro. Per quanto si comprende, non mi sembra sia mai stato dimostrato che Bruno Contrada abbia, in qualche parte del mondo, beni di quella sordida provenienza. Lasciare che sia la Storia ad occuparsene dimostra solamente che oggi non si vuole stabilire la verità, che, forse, per il momento non conviene chiarire. Rosalva Altini."

Quando ho letto questo messaggio, ho scoperto con piacere che anche la signora Altini aveva fatto, come ho fatto io nell'introduzione di questo libro, il paragone tra Bruno Contrada, Socrate, Alfred Dreyfus ed Enzo Tortora. Ha perfettamente ragione.

31.

Martina da Napoli
scritto il 7 giugno 2007 alle 18,43

"ONORE a Bruno Contrada e all'Italia onesta e pulita che lo difende e lo sostiene!"

32.

Matteo da Firenze
scritto il 7 giugno 2007 alle 12,36

"Via dalla nostra amata Italia quegli uomini che ci vorrebbero sudditi e non cittadini, via quegli uomini che dànno corpo ad istituzioni illiberali e contrarie ad ogni principio di giustizia e libertà, via quegli uomini che sono avidi solo di potere e di danaro. ONORE a Bruno Contrada!!!!"

33.

Michele da Salerno
scritto il 7 giugno 2007 alle 9,56

"Onore a Bruno Contrada che con il suo martirio deve ricordarci, ogni mattina quando ci svegliamo, che l'ombra di un Regime aleggia sulla nostra cara Italia e l'oscura."

34.

Silvio da Roma
scritto il 7 giugno 2007 alle 9,41

"Le nostre radici affondano in quel non lontanissimo Risorgimento che, con i suoi martiri ed eroi, ci donò un'Italia unita e libera. Tanti di noi, senza saperlo, hanno antenati che contribuirono e morirono per la causa della Libertà. Non dimentichiamo quest'immenso patrimonio, questo glorioso passato che abbiamo. Difendiamolo respingendo con forza gli artigli non più degli austriaci, ma di un potere che striscia nelle sabbie mobili di una falsa democrazia, di un potere dal volto nascosto che ci fa vergognare di essere italiani. Onore a Bruno Contrada!!"

35.

Paolo Pizzolante
scritto il 5 giugno 2007 alle 12,13

"Il Caso Contrada ci ricorderà perennemente la latitanza della democrazia e della giustizia nel nostro Paese.
Porgo un omaggio ad un grande servitore dello Stato!"

36.

Marcello Antinori
scritto il 2 giugno 2007 alle 10,37

"In questa tragica vicenda ho solo una certezza: Bruno Contrada è stato condannato a morte, perché non posso pensare che tra dieci anni, a 86 anni, possa tornare a vivere. Da questo caso emergono due verità nascoste: in Italia la democrazia non esiste, ma esiste una pena di morte peggiore della morte stessa."

37.

Ubaldo Ardito da Milano
scritto il 2 giugno 2007 alle 10,11

"Possibile che in questa nostra Italia non ci sia un solo magistrato coraggioso, un solo politico coraggioso che non sia sensibile al grido di protesta e disperazione di tanti italiani che chiedono la verità per Bruno Contrada? Possibile che nessuno si chieda come e perché vengano creduti i “pentiti”, delinquenti che, sotto ricompensa di stipendi e libertà, sono disposti ad inventarsi le più infami menzogne ed in particolare, nel caso Contrada, a riferire “de relato”, cioè per sentito dire da morti che non potranno mai né confermare né negare? Come è possibile che poi un alto Comandante della Guardia di Finanza in servizio, e quindi coraggiosissimo, come Roberto Speciale, che accusa e che riferisce di aver ricevuto pressioni e minacce, e per giunta con verbali dei Carabinieri alla mano, invece venga deriso e non creduto? Ma “chi” ci governa? “Chi” ci fa giustizia? Siamo veramente nelle mani di un manipolo di mestieranti della politica e di magistrati fanatici intenzionati a fare la loro rivoluzione per attuare in Italia un Regime? NON abbiamo paura, ma li dobbiamo fermare perché l’incarcerazione di Bruno Contrada ne è una prova: ora come allora, quando nel lontano 1992 lo arrestarono tentando di mettere in atto una rivoluzione per via giudiziaria. Mafiapoli fu l’inizio, Tangentopoli il seguito, ma la loro corsa al potere fu fermata dall’intervento, non previsto, di uomini e poteri liberali che entrarono in politica. Ma oggi queste forze politiche estreme stanno dando prova di ritentare la scalata al potere, per questo ci dobbiamo ribellare, oltre che per Bruno Contrada, per noi, per la nostra libertà in pericolo. Facciamo sentire la nostra voce, rimasta per troppo tempo in silenzio, cominciamo con un pacifico ma severo corteo a Roma in Piazza San Giovanni, al grido di “Verità e Giustizia Vera”, di”Basta a chi non vuole un’Italia libera” e sotto la bandiera di “Contrada LIBERO” grideremo il nostro dissenso e la nostra ferma opposizione ad ogni tentativo di Regime. Chi è d’accordo lo scriva e quando avremo raggiunto almeno un numero di cinquemila partecipanti, fisseremo la data del corteo. Suggerisco ad ognuno di scrivere nel messaggio in quanti sono disposti a partecipare. Da parte mia, posso affermare che per il momento ho raggiunto il numero di duecento partecipanti."


38.

Sara Fimiani
scritto l'1 giugno 2007 alle 18,22

"Impossibile... stentiamo a credere... siamo veramente sconvolti perchè Contrada e tutto ciò che afferma è sinonimo di concretezza... questà è verità!
Sara"


39.

Gianna Sacchini
scritto l'1 giugno 2007 alle 18,20

"Ancora una volta Bruno Contrada, suo malgrado è sotto i riflettori.
E' apparso nel programma "Ricomincio da...", intervistato da Alda D'Eusanio, conduttrice televisiva povera di idee e anche di domande se, tra le altre, chiede: 'Ha mai pensato di farla finita?'. Contrada fermamente le ha risposto di no... E come poteva essere diversamente, se in tutti questi anni non ha fatto che professarsi NON RESPONSABILE dei fatti a lui addebitati... 15 anni di lotta senza mai arrendersi, la sua maschera tragica a tutto schermo non perde nè perderà mai la convincente forza della verità! Le tante testimonianze a suo favore non sono forse prove inconfutabili di verità? Ha ragione la signora Adriana: rifugiamoci nella fede, è la sola che per ora ci ha dato giustizia... ma arriverà prima o poi anche quella terrena... l'aspettiamo impavidi.
Gianna Sacchini"

40.

Aldo
scritto l'1 giugno 2007 alle 12,07

"Bruno, mi permetto di chiamarla così non per mancanza di rispetto, potrei esserle figlio, ma per affetto.
Le hanno tolto, in nome del popolo italiano ma non in mio nome, la libertà ed hanno sprofondato i suoi affetti nel buio della solitudine e della rabbia. Lei subisce l'annientamento fisico e mediatico, lei vale meno degli assassini che la accusano senza prove, questo è il messaggio che deve passare, lei è un esempio, un monito, colpirne uno per educarne cento.
Il suo coraggio, la sua dignità insieme alla sua innocenza, valori quitidianamente calpestati, sono l'unico appiglio a cui noi cittadini normali ci aggrappiamo.
Se questo accade a lei chissà cosa può accadere a noi.
Non posso fare altro che scriverle.
Non molli mai."

41.

Peppe
scritto il 20 giugno 2007 alle 18,26

"
A volte la vita ci riserva cose inaspettate, a mio avviso la magistratura in Italia è l'unica che decide su ogni italiano se distruggerlo o farlo vivere per conto suo, guai se ti prende di mira, è finita per sempre.
Forza Bruno da un umile Napoletano."

42.

Cassandra
scritto il 20 giugno 2007 alle 12,53

"
Mi domando: la parte sana della magistratura, della politica e della cultura italiana si è bendata gli occhi, il cervello e la coscienza? Mi domando: esiste un politico di rispetto, un magistrato coraggioso, un giornalista, un uomo di cultura che voglia sposare la causa di Bruno Contrada e difenderla pubblicamente??"

43.

Edda Buti
scritto il 21 maggio 2007 alle 22,40.

"Povera Italia che incarcera i suoi servitori e mantiene i delinquenti a spese dei cittadini. Alcuni magistrati seminano odio, livore e dolore a piene mani."

44.

Tina Marino
scritto il 19 giugno 2007 all'1,20

"Le calunnie non possono infamare la rerputazione di un uomo tanto onesto...
Alla grande stima, che ho sempre avuta per il Dottor Contrada, aggiungo l'augurio, e la speranza, che un magistrato altrettanto onesto si decida, finalmente, a chiedere la revisione di un processo-VERGOGNA."

45.

Paola Burini
scritto il 18 giugno 2007 alle 15,38

"ASSOLUTAMENTE convinta dell'integrità morale del Dottor Contrada (al quale va tutta la mia stima) e di quanto la così detta giustizia sia invece del tutto orba!"

46.

Giovanni il Calabrese
scritto il 16 giugno 2007 alle 20,37

"Ho letto e riletto più volte il caso CONTRADA. Posso assicurare che somiglia tanto all’affaire
DREYFUS. Vi è però una differenza sostanziale se si pensa all’età e al fatto che nel caso dell’ebreo francese la Francia era divisa in due: innocentisti e colpevolisti.
Nel caso CONTRADA siamo tutti innocentisti se si escludono i cosiddetti pentiti prezzolati che si sono venduti ad alcuni uomini invidiosi e che mal sopportavano la brillante carriera che il Dott. CONTRADA HA FATTO E CHE STAVA CERTAMENTE FACENDO, grazie alla sua intelligenza e al suo attaccamento al dovere.
Per il caso DREYFUS c’è stato un grande uomo coraggioso e di grande cultura che ha lottato fino a rischiare il carcere e la vita, EMILE ZOLA.
Mi chiedo: ci sarà mai in questo nostro Paese qualcuno di cultura o politico che spinto dalla sua coscienza dica basta e lotterà affinchè la verità su CONTRADA venga a galla e finalmente metterà fine al suo martirio? Mi viene da pensare che molti, pur essendo convinti della sua innocenza, preferiscano tacere piuttosto che rischiare di inimicarsi quei pochi che l’hanno voluto rovinare e distruggerlo.
A questi Signori dico di muoversi e non indugiare; vi assicuro che se lo fate dormirete più tranquilli perchè renderete giustizia ad un UOMO che tanto ha fatto e dato per il bene di noi tutti.
Fatelo, e sùbito, perchè, ahimè, il Dott. CONTRADA non ha l’età che aveva ALFRED DREYFUS...
Un caro saluto al DOTT. CONTRADA.

16/06/2007
GIOVANNI Il calabrese"

47.

Pubblichiamo di seguito l'appello per la scarcerazione di Bruno Contrada proposto dal Laboratorio d'Europa, con le firme di chi lo ha sottoscritto.
"C’è un detenuto, tra i molti che vivono nelle carceri italiane, sottoposto a un regime di reclusione che rischia di portarlo alla morte: Bruno Contrada. Al di là di tutte le valutazioni in merito alle sue vicende giudiziarie e all’esito dei dubbi procedimenti che lo hanno visto per il momento soccombere di fronte alle accuse di un gruppo di collaboratori di giustizia, la permanenza in carcere di Contrada è contraria al senso di umanità e all’antica civiltà giuridica italiana. Con il presente appello i sottoscrittori chiedono alla Magistratura e alla Presidenza della Repubblica di prendere tutte le misure necessarie a sollevare nel più rapido tempo possibile Bruno Contrada dall’attuale stato di detenzione, affinché una condanna alla reclusione non si tramuti in una vera e propria condanna a morte.”

Andrea Bellantone (Presidente di Eurolab – Laboratorio d’Europa)
Giuseppe Lipera (legale di Bruno Contrada)
Francesco Cossiga (senatore a vita, Presidente emerito della Repubblica)
Giuliano Ferrara (direttore de Il Foglio)
Daniele Capezzone (deputato, Decidere.net, Direttore de Il Velino)
Fabrizio Cicchitto (deputato, vice-coordinatore nazionale di Forza Italia)
Margherita Boniver (deputato, Forza Italia)
Marco Taradash (giornalista, La TV delle Libertà)
Francesco Storace (senatore, segretario de La Destra)
Piero Vigorelli (vicedirettore del TG5)
Fernando Mezzetti (giornalista, Quotidiano Nazionale)
Dino Cofrancesco (professore universitario, Genova)
Girolamo Cotroneo (professore universitario, Messina)
Giorgio Israel (professore universitario, Roma)
Gianmarco Chiocci (giornalista, Il Giornale)
Gaetano Quagliariello (senatore, Forza Italia, presidente Fondazione Magna Charta)
Laura Camis de Fonseca (presidente Fondazione De Fonseca)
Anna Bono (professore universitario, Torino)
Andrea Manzi (giornalista, vicedirettore de Il Roma)
Giuliano Cazzola (professore universitario, giornalista, presidente del Comitato Biagi)
Stefano Magni (giornalista, L’Opinione)
Giancarlo Loquenzi (giornalista, direttore de L’Occidentale)
Lino Jannuzzi (senatore, Forza Italia)
Carmine Santo Patarino (deputato, Alleanza Nazionale)
Anita Friedman (associazione Un viaggio in Israele)
Comitato Bruno Contrada (Marina Salvadore, Mauro Caiano, Maria Venera, Domenico Di Renzo, Antonio Di Rosario)
Adriana Bolchini Gaigher (presidente nazionale O.D.D.I.I. Osservatorio del diritto italiano e internazionale)
Alessio Di Carlo (avvocato, responsabile Giustizia Giusta - www.giustiziagiusta.it)
Dimitri Buffa (giornalista, L'Opinione)
Mimmo Porpiglia (giornalista, direttore de La Gente d'Italia)
Giovanni Venezia (pubblicista, direttore di www.ilpungolo.com)
Carmelo Garofalo (giornalista, direttore de L'Eco del Sud)
Shaykh Abdul Hadi Palazzi (direttore Istituto Culturale della Comunità Islamica Italiana)
Gregorio Piaia (professore universitario, Padova)
Giuseppe Lanzillotta (segretario generale Fondazione Magna Charta)
Gianpietro Del Piero (professore universitario, Ferrara)
Sharon Nizza
Francesca Padovese (studentessa universitaria)
Giovanni Di Lorenzo (editore)
Gaetano Basilici (giornalista)
Giorgio Luken (Politicrack Blog)
Renato Gambuli (musicista e scrittore)
Clemente Luciano
Vito Barone
Gabriella Fricano
Armando Palmia
Mauro Mosa (promotore finanziario)
Cosimo Musca
Edoardo Iozzi
Laura Biancalana
Vittorio Grassi
Massimo Maffei
Antonino Molino
Claudio Saragozza
Amedeo Barletta (avvocato)
Mario Nanni
Edoardo Tabasso
Cesare Cerqua
Marta Elia
Armando Lauri (insegnante elementare)
Giuseppe Francesco Cipolla (professore universitario)
Ezio Tacconi
Pasquale Fornaro (professore universitario, Messina)
Fabrizio Funghi
Graziano Curri
Matteo Pazzaglia (direttore responsabile de Il Bacchino)
Alessandro Gamba
Antonella Cinzia Marra (ricercatrice universitaria, Messina)
Galgano Palaferri (Circolo della Libertà "Luigi Einaudi", Torino)
Giovanni Briganti
Rosario Nicoletti (professore universitario, Roma)
Gianfranco De Franco
Stefano Cattaneo
Marco Oriolesi
Nino Ippolito (direttore responsabile de Il Periodico di Sicilia)
Salvo Giorgio (giornalista)
Giusy Nicolini (professoressa di scuola media)
Turi Giorgio (imprenditore)


48.

La seguente, invece, è la petizione lanciata su Internet da Marina Salvadore (La Voce di Megaride) e da Giustizia Giusta:

"Al Presidente della Repubblica Italiana, al Presidente del Consiglio, al Ministro degli Interni, al Ministro della Difesa, al Consiglio Superiore della Magistratura, al Parlamento Italiano, alle Procure di Palermo, Catania, Caltanissetta ed Agrigento

Chiediamo giustizia per Bruno Contrada, integerrimo funzionario dello Stato Italiano, ingiustamente recluso, benchè 77enne, nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, sull'onda di un processo durato ben 15 anni e basatosi esclusivamente su menzogne dei 'pentiti' di mafia, senza prove certe, documentabili e legalmente idonee. Chiediamo vengano acquisiti gli atti processuali del processo in atto al momento a Catania in capo ai 'pentiti' Giuca e Pulci che hanno ritrattato le deposizioni a carico del dottore Contrada; processo che si sta manifestamente trascinando verso la prescrizione, con assurdi e pretestuosi rinvii dei magistrati, così da evitare la lettura veritiera delle testimonianze a favore di Bruno Contrada che annullerebbero 15 anni di menzognero processo e, di conseguenza, la recente sentenza della Cassazione. Chiediamo di indagare circa le motivazioni politiche che hanno indotto lo Stato Italiano a prestare fede alle parole 'per sentito dire' di feroci criminali mafiosi, premiati anche con prebende e con la depennazione di numerosi reati commessi precedentemente alle loro menzognere e non comprovabili 'testimonianze' in capo al dottore Contrada, mentre non sono state ritenute di valore fondante le dichiarazioni di almeno 140 testi a favore; tutti rappresentanti delle Istituzioni, della Legge e dell'Ordine Pubblico. Chiediamo l'immediata revisione del processo e la scarcerazione di Bruno Contrada nonchè ogni autorevole azione per verificare eventuali collusioni tra potere politico e mafia. Chiediamo l'onore della riabilitazione per un servitore fedele dello Stato che per lunghissimo tempo ha messo a repentaglio la propria sicurezza personale nei suoi compiti d'investigazione, sin da quando lo Stato Italiano ancora non riteneva essere emergenza nazionale prioritaria la lotta alla mafia, contribuendo - il dottor Contrada - con le sue storiche indagini al lavoro propedeutico delle prime indagini sulla mafia del giudice Giovanni Falcone, sfociate poi nel più celebre maxi-processo per il quale fu assassinato a Capaci dalla mafia (a riguardo esistono documenti ufficiali di elogio per Bruno Contrada a firma del giudice Falcone e non solo). Chiediamo la modifica della Legge sui Pentiti. Di conseguenza chiediamo di conoscere i nomi dei mandanti e degli assassini dei giudici Falcone e Borsellino e dell'assassinio morale di Bruno Contrada nonchè gli opportuni collegamenti che, ancora, a distanza di 15 anni dall'eroico sacrificio di questi ITALIANI, sono indecentemente occultati. Gli italiani desiderano tornare a credere nella Giustizia; valore fondamentale di una Nazione che vuole dirsi CIVILE, DEMOCRATICA ed AUTOREVOLE.
Tra i tanti misteri occulti italiani, il caso Bruno Contrada è il più anomalo e volgare in assoluto, persino privo di decorosa 'architettura' mentale e perspicacia, poichè trasuda di ributtante viltà e becera menzogna, altamente offensive dell'intelligenza e della capacità critica degli Italiani ovvero di quel Popolo Sovrano in nome del quale sono emesse, spesso, surreali sentenze di togati molto più simili a popolareschi canovacci del teatro della Commedia dell'Arte. Peccato che i personaggi, però, non siano di fantasia!

Sinceramente"


49.

Rosario Orlando
scritto il 15 gennaio 2008 alle 18,50.

"Perdonatemi ma... sono sgomento. Senza parole.
Il mio pensiero va al dottore Contrada. Provo un attimo ad immaginare come si senta lui, in questo momento, lì... da solo con se stesso.
Ad un uomo che per tutta la sua vita ha servito lo Stato ed ancora una volta da questi viene tradito non so davvero cosa poter dire.
Una volta gli dissi che, anche se a qualcuno la cosa può non piacere, il Dottore Bruno Contrada è entrato di prepotenza nella storia di questo maledettissimo e strafottutissimo paese (perdonate il francesismo).
Vorrei tanto potermi sedere con lui e scambiare quattro chiacchere... da padre a figlio e tenergli compagnia ma... a questo uomo è stata negata pure questa possibilità.
Che paese senza pudore può ancora avere paura e timore di un uomo di 76 anni?
Che viltà!
Non me la sento di criticare l'operato di nessuno. Tantomeno di esprimere giudizi che in questo frangente suonerebbero come isterismo.
Sono sicuro che Bruno Contrada mi rimprovererebbe se solamente accennassi ad uno solo di questi discorsi e mi inciterebbe a combattere contro il male; mi inciterebbe ad andare avanti nonostante tutto e nonostante tutti. Mi direbbe di sicuro che, nonostante questa e le tante altre cattive esperienze di mala-giustizia italiana, OCCORRE avere fiducia in chi nel Nome di questo millenario popolo amministra la vita e la libertà dei cittadini.
Un giorno di Bruno Contrada parleranno i libri di storia. Ne parleranno così come tiepidamente hanno cominciato a fare di Sacco e Vanzetti o come hanno cominciato a fare, con vergogna, di Enzo Tortora.
Un uomo per bene!
Bruno Contrada: un uomo per bene anche lui! Un gentiluomo appartenente ad un concetto di DIGNITA' distante mille anni da questi moderni.
Prego il Signore di poterlo riabbracciare presto e spero davvero che possa tornare a tenere sulle ginocchia suo nipote Bruno.
A Guido, alla Signora Adriana, ad Antonio ed a tutta la famiglia d'acciaio che porta il cognome Contrada formulo il più sincero augurio che chi ha il dovere di rimettere tutto a posto lo faccia in fretta e lo faccia subito.
Come recitava Eduardo De Filippo "Adda passa' 'a nuttata"!
Passerà! Prima o poi smetterà di piovere e tornerà il sole tiepido della nostra terra.
Con commozione.
Rosario."


SALVO GIORGIO

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